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Il Salone Atrio Quadrato di Palazzo Ducale a Venezia

Atrio Quadrato di Palazzo Ducale a Venezia
Atrio Quadrato di Palazzo Ducale
L'Atrio Quadrato è il salone che si trova appena sopra la Scala d'Oro di Palazzo Ducale.

Fu l'architetto e artista Jacopo Sansovino a realizzare contemporaneamente (dal 1559 al 1567) lo Scalone d'Oro e l'Atrio Quadrato per il doge Girolamo Priuli.

Questo Doge è opportunamente raffigurato sul soffitto di questa sala, con la spada e la bilancia della Giustizia, assistito da San Marco tra le nuvole!

La tela centrale e quelle laterali sono state dipinte da Tintoretto, autore anche di quattro superbi dipinti: «Il ritrovamento di Arianna», «Mercurio e le Grazie», «Pallade che scaccia Marte» e «La fucina di Vulcano».

Atrio Quadrato di Palazzo Ducale a Venezia
Atrio Quadrato
Si può immaginare l'impressione di bellezza e di grandiosità che si impadroniva dei visitatori del Palazzo, ambasciatori e principi, quando arrivavano in cima allo scalone d'oro di fronte a questi capolavori.

Ma non è questo che vedrete qui. I quattro dipinti del Tintoretto furono spostati nel 1713 in una delle sale successive, la Sala dell'Anticollegio.

Nel 1713, Bertucci Girolamo Contarini lasciò in eredità alla Repubblica di Venezia diversi dipinti.

Quattro di questi dipinti lasciati in eredità furono installati nell'Atrio Quadrato al posto dei quattro dipinti del Tintoretto.

Tre di essi, «Cristo in preghiera, sostenuto da un angelo nell'Orto degli Ulivi» «Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre» e «San Giovanni Evangelista che scrive l'Apocalisse» sono di Paolo Veronese; «L'Angelo che annuncia la nascita di Cristo ai pastori» è di Bassano.

Tintoretto, Il doge Girolamo Priuli riceve la bilancia e la spada dalla Giustizia, soffitto dell'Atrio Quadrato di Palazzo Ducale a Venezia
Tintoretto Doge Priuli
Dopo la caduta della Repubblica, questi quattro dipinti furono messi al riparo nel giardino d'inverno della tenuta delle Commanderie de Malte.

Poi, con l'arrivo di Napoleone Bonaparte e la costruzione delle Procuratie Nuove, destinate a essere un palazzo reale, questi quattro dipinti e altri furono trasportati alle Procuratie Nuove per essere decorati.

Ora sono tornati nella loro posizione originaria del 1713 e sono nuovamente visibili nell'Atrio.

Situato in cima alla Scala d'Oro, questo Atrio quadrato dà accesso, attraverso una superba porta con un grande oblò al centro, alla Sala Anticollegiata.

A sinistra dello scalone si trova una porta che conduce alla sala dell'archivio del Consiglio dei Dieci, una stanza precedentemente utilizzata come camera di tortura per gli imputati.

A causa di questo triste utilizzo, fu soprannominata «Camera del Tormento».

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